Carriera

Daria Camillucci è nata a Trieste, città nella quale vive e lavora come giornalista.
Ha esordito nel 1979 con la pubblicazione del suo primo libro: una raccolta di poesie in dialetto intitolata “Ortighe... e un fior” (Offset Kuhar). Dell’anno successivo sono invece quasi tutte le poesie, sempre in dialetto, contenute nella raccolta “Rampigada dentro”,  che l’autrice scrisse o abbozzò durante una sua permanenza all’albergo Savoia Excelsior di Trieste, ma che sono state pubblicate soltanto nel 2002 in una bella edizione dell’Istituto Giuliano di Storia e Cultura. Nata dall’intrigo impetuoso di sentimenti forniti dallo scenario splendido che coglieva dalle finestre dell’albergo e da un grande Amore, forse idealizzato, ma lo era anche quello di Pavese per Costance Dawling in “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, tutta la raccolta è un inno a Trieste. Sempre durante la sua breve permanenza del 1980 nel celebre albergo triestino, Daria Camillucci abbozzò anche il suo primo romanzo. Steso quasi in forma diaristica, con il titolo “Qui si viene a morire”, questo romanzo breve della Camillucci (nascosta dietro uno pseudonimo) partecipò nel 1990 al concorso di Pieve Santo Stefano “Diari, memorie, epistolari”, dove fu segnalato tra i più interessanti, ma non vinse in quanto frutto di fantasia.
Si deve arrivare appena al 2007 per la pubblicazione del primo romanzo intitolato  “Il confine di Tito”, il cui soggetto non è che  la rilettura più approfondita del tema di “Qui si viene a morire”. Edito per i tipi della Ibiskos Risolo il romanzo ha avuto ottime critiche da parte dei media televisivi e della carta stampata, tra cui spiccano quelle dello scrittore e giornalista Pietro Spirito (finalista Premio Strega 2003) e di Claudio Grisancich, il maggiore poeta dialettale triestino le cui opere sono state tradotto in inglese, sloveno, ungherese e tedesco. Il libro è anche stato presentato dal docente della storia della drammaturgia dell’ateneo triestino Paolo Quazzolo.
Attualmente l’autrice ha nel cassetto due altri romanzi del genere noir e parecchie novelle  in corsa in diversi concorsi letterari del  “giallo”.
L’impegno letterario della Camillucci risente della particolare posizione geografica, politica e storica di  una Trieste spigolosa, dove pullula una popolazione dalle origini eterogenee, così come quelle della stessa autrice che ha nelle vene sangue slavo, italiano e greco.
Un miscuglio di razze e di umori, di cui è composta la “triestinità”, che riaffiorano di continuo nei romanzi dell’autrice che fornisce così uno spaccato, anche storico, della società triestina alla quale si vanta di appartenere.
Racconti e poesie in lingua italiana sono apparsi in svariate riviste culturali tra cui “La Battana”, “Lunario Nuovo” (con prefazione di Stelio Mattioni: vincitore del Premio Settembrini- Mestre e finalista del Campiello. A Trieste una biblioteca gli è stata intitolata) e in Nuovi Argomenti (1990- direttori Alberto Moravia, Francesca Sanvitale, Enzo Siciliano). E’ presente nell’antologia della Forum e ne “La Poesia del Friuli Venezia Giulia” e ne “La Poesia in dialetto a Trieste (Damiani & Grisancich).
Ha vinto ed è stata segnalata in diversi premi nazionali e locali di narrativa e poesia. 
Nel 2011 il romanzo "I demoni di villa Opcina" si è distinto come finalista nel Premio Ibiskos, mentre un suo racconto breve è stato segnalato e pubblicato a seguito di un concorso indetto dalla stessa casa editrice. 
Nel 2012 una raccolta poetica dell'autrice risulta segnalata in un altro concorso, sempre della Ibiskos.
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                 Giallo estate  IL PICCOLO - 11 agosto 2016 - pagina Cultura e Spettacoli

  
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Sempre nel 2012  Daria Camillucci ha presentato il suo noir  “I demoni di villa Opcina” (Ibisko Editrice Risolo) a “GRADO GIALLO”  il festival letterario dedicato al genere noir, nella sezione autori del territorio. La partecipazione avviene solo su invito degli organizzatori (vedi programma della manifestazione). 
La tre giorni, fitta di appuntamenti, tra letture, incontri con gli autori, spettacoli, ospiti d’eccezione, conferenze ed eventi enogastronomici, è organizzata dal Comune di Grado in collaborazione con il Dipartimento di storia e culture dell’Università degli Studi di Trieste, ed   abbinata alla prima edizione del Premio Letterario nazionale “Grado Giallo” lanciato dall’editrice Mondadori  per gli autori di inediti thriller, polizieschi e noir.

Tantissimi i nomi noti di autori, studiosi, esperti, editori e altri ‘addetti ai lavori’ presenti nelle principali location del festival, tra i quali - solo per citarne alcuni - Tullio Avoledo, Massimo Carlotto, Paolo Flores D’Arcais, Francesco De Nicola, Veit Heinichen, Loriano Macchiavelli, Valerio Varesi, Graziano Benelli, Andrea Villani, Augusto Balloni, Roberto Costantini, Renzo Cremante, Sergio Canciani, Paolo Possamai, Franco Forte, Giulio Leoni, Stefano Di Marino, Diego Zandel.

Il Comitato scientifico di Grado Giallo è coordinato da Elvio Guagnini, docente di Letteratura italiana all’Università di Trieste e tra le ‘anime’ della manifestazione, ed è composto da Marco Giovanetti, Marina Paladini Musitelli e Flavia Moimas.


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